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220 Firenze sotterranea

cipizio: ci sfuggono, come veri problemi, se che dovremmo fossero larve i discutere, e ci attacchiamo all’aspetto screziato e variopinto di qualche chimera.

A Vienna, dunque, a Linz, a Monaco, a Norimberga, a Parigi, a Londra, a Bruxelles, a Pietroburgo, nel fango più lubrico delle vie più oscure, nelle ore più sinistre, passeggia tremante, macilenta, squallida, affamata, una caterva di bambini e di bambine, vestiti di stracci, che raffigurano ne’ più pittoreschi costumi alcune regioni d’Italia: bambini e bambine, che sono oggetto di ludibrio, di disprezzo, di pietà, di dileggio, secondo l’animo di chi li guarda.

Questa processione d’infamia, in cui l’innocenza è trascinata sino alle porte de’ lupanari, nella immondezza de’ trivii, abituata alla contagiosa turpitudine degli esempii immorali; questa processione dei fanciulli venduti, guidata da uomini vili e da donne scellerate, solleva per tutta l’Europa, ove diffonde al suo funesto passaggio un miasma di corruzione, grida di sdegno e di disgusto.

Il nome italiano è disonorato: i giornali più autorevoli d’Europa si meravigliano che soltanto genitori italiani abbiano la raffinata efferatezza