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Pagina:FirenzeartigianaDelLungo.djvu/104

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{{RigaIntestazione|94}

gine toscana d'animo virile; la Crociata, mai: Firenze e le altre città d'Italia potevano ripi- gliare operosamente il lavorio molteplice delle configurazioni guelfe e ghibelline di loro irre- quieta politica. La divina poesia colse queir « attimo fug- gente » di storia italiana e fiorentina, e lo fermò in un sonetto. Il sonetto è di Francesco Petrarca 1 ). Non uno de' più belli, diciam pure ; il che può sempre voler dire bellissimo, quale invero è in alcuni tratti, che l' Alfieri al solito rilevò : de- gno certamente del grande araldo della patria latina agli uomini del rinascimento, e apparte- nente a quella medesima ispirazione civile che trionfa ampiamente nella Canzone per la Cro- ciata, nella Canzone al novello Rettore di Roma, e nel Carme secolare del dolore italiano ; mentre poi anche qui fremono e vibrano, nel breve te- trastico condensate, le ire magnanime de' tra- gici Sonetti sul sacrilegio e l' onta di Babilonia. Il successor di Carlo, che la chioma con la corona del suo antiquo adorna, prese ha già l'arme per fiaccar le corna a Babilonia e chi da lei si noma; !) Son. xxvn ; ediz. Carducci-Ferrari ; Firenze, Sansoni. 899: ediz. Salvo Cozzo; Firenze, Sansoni, 1904.