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riguardi sociali? Ecco una cosa che nessuno di noi sapeva, che i figli rappresentassero dei riguardi sociali e non l'essenza di noi medesimi, non la nostra carne e il nostro sangue, non la vita nostra e la nostra più grande gioia e il dovere maggiore e la maggiore responsabilità. Dei riguardi sociali che si possono accettare o meno, riconoscere o non, subire o disprezzare secondo che rispondano o meno alle disposizioni personali, a un piano di vita, e anche agli incidenti di una vita rappresentati dalle complicazioni sentimentali che possono andare dal capriccio alla passione.

Sì, questa è la teoria moderna che ha le sue radici nell'individualismo anarchico che è la quintessenza dell'egoismo e il vertice nelle regioni della follia — e noi sdegneremmo parlarne se la teoria nuova penetrata più che non si pensi nella vita femminile attraverso la letteratura, discussa con desolante leggerezza, predicata con argomentazioni superficiali ma impressionanti, tutti i piccoli cervelli poveri di critica, non minacciasse di portare il turbamento in tante serene esistenze femminili.

L'origine della teoria e delle relative discussioni risale alla pubblicazione del volume di Sibilla AleramoUna donna — comparso