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Esser d’altr’occhio che dal Padre mio
veduto ed apprezzato non ti caglia!
Perché t’aduni ad altro re, se Dio
(a lui né fosso né argin né muraglia
contende uman secreto o buono o rio)
sol è chi ’l premio a’ vostri merti eguaglia?
Però del cielo il regno si pareggia
di diece virginelle ad una greggia.
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Era d’alcune nozze fama e grido
sparso di villa in villa e d’ogni intorno;
ma l’ora non si sa quando dal nido
suo proprio ha da partir lo sposo adorno.
Le diece, dunque, vergini sul lido
attendon lui per non averne scorno;
e ciascuna di lor tien la sua lampa,
ma qual è spenta, qual splendendo avvampa,
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però che di lor diece ne son cinque
senz’olio in tutto e cinque n’hanno copia.
Or quelle, a queste fattesi propinque,
le domandar soccorso a loro inopia;
ma le prudenti, che d’assai longinque
parti venian di voluntade propia
per onorar lo sposo, vòlte a quelle
risposer: — Mal per voi, care sorelle!
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Vituperevol fatto assai men v’era
lasciare indietro simili lanterne
che doverle portar senza lumera
e chi vi mira possa ben ridérne.
Se ’n questo nostro umor per voi si spera,
sperate invan, perché non son lucerne
coteste nostre piú, né men capaci
di quanto è vuopo ad illumar le faci.