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LIBRO OTTAVO

1
La generosa Fama, piú che mai
vaga di rimbombar fin a l’inferno
le molte opre immortali di chi ornai
va bere il suco del voler paterno,
spiega ben mille suoi pennuti rai,
scorrendo il mondo tutto; ne si interno
né lido è si riposto od antro o tomba
che non vi s’oda il grido di sua tromba.
2
Ma perché altrui maggior fa per costume
col suon, cui non risponde poi l’effetto,
avendo essa col numer de le piume
di lingue, mani ed occhi egual ricetto,
non però di Iesú montar presume
col rumor di sua lode a l’alto oggetto,
ché con tremille bocche non ha dove
dir possa in parte l’onorate prove.
3
Trascorre dunque a volo il grande augello
e piove d’alto audaci lingue e sciolte;
si parla, e s’ode che ’1 rinchiuso avello,
dove di Lazar Tossa eran sepolte,
ad un sol grido del celeste agnello
s’aperse in vista di brigate molte,
veduto de l’ossame a loro innante
drizzarsi un uomo vivo in su le piante.