Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. II, 1912 – BEIC 1821752.djvu/24

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Fioriscon l’erbe ovunque il lido preme
quel gran caldeo di tolleranzia speglio:
i’ dico Iob che ’n doglie tanto estreme
benedicendo andò di bene in meglio.
Poi Mardocheo col bel fraterno seme
accorta Ester; poi quel baston del veglio
suo genitor, Tobia, con lui, con Anna
sua genitrice e Iudith e Susanna:
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quella Susanna in cui le gran nemiche,
bellezza ed onestá, cosi s’ amaro,
cosi giunser lor baci e furo amiche,
che bello esempio andò fra donne raro.
Però voi, donne, che di donne antiche
o dire o sentir dire avete a caro,
lasciate un poco quelle vostre tanto
lodate sempre e non le date vanto.
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Dico: le tanto celebrate vostre
Lucrezie, Tucce, Ersilie ed altre caste
stian in disparte alquanto; e queste nostre,
le cui scole non forse ancor entraste,
leggete acciò che ’n voi non si dimostre
segno di fede inferma o voglie guaste,
perché forte argomento è di cor vano
il proprio abbandonar, seguir lo strano.
39
Or non sapete voi ciascun costume
od atto qual si sia, greco o romano,
esser (dacché del santo volto il lume
signato è sopra noi) giá fatto estrano
Qual dotto piú, qual util piú volume
versar può notte e di la vostra mano
di quel de le divine carte, donde
de Palme grazie ogni vigor s’infonde?