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Oh quanti Policarpi, Urbani e Sisti
che, accorti e pronti rubatori d’alme,
per antri e grotte ascosi e rado visti,
aggravaranno il ciel di ricche salme !
Oh quanti Celsi, Agapiti e Calisti
e chi con lor vittoriose palme
introdurranno ai ben del paradiso
il popol di Iesú per fede ucciso !
97
Fundata che sia poi su’ nervi ed ossa
de’ martiri la Sposa del Tonante,
fia da’ perversi eretici percossa
con morsi d’angue e stocchi d’adamante;
ma d’Adamanzio greco la gran possa
quegli porrá di lei sotto a le piante,
e lascerá tal arme a’ successori
che ’ncontro a lor fien sempre vincitori.
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Verrá quel vecchio ma robusto toro,
Girolamo, ch’ai passo fonda il piede.
Oh ch’arca di dottrina, oh che tesoro
l’idea di lui nel ricco ciel possedei
Felice il greco ancor, Giovan, che «d’oro
Bocca» fia detto, e quel rigor di fede
schietto Atanasio, e l’un e l’altro umano,
Gregorio Nazanzeno e Cipriano.
99
Ma poi che sia renduto a quella tanta
madre l’onor da suoi medesmi figli
e svelta ogni maligna e trista pianta
dagli onorati e floridi concigli,
succederá la plebe onesta e santa,
tolta del mondo e d’infernali artigli
da Basilio, Bernardo e dal diletto
e caro al cielo e al mondo Benedetto.
T. Folengo, Opere italiane - il.