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Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/164

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CANTO V

La concezione di san Giovanni Battista, precursore di Cristo.
Standosi dunque il vecchio Zaccaria
la volta sua d’attorno ai santi altari,
ove l’incenso rittamente offria,
ecco il messaggio angelico nei chiari
5splendori suoi celesti sopraggiunge,
lucido si, che vince i rai solari.
Giá ciò non vede il popolo, che, lunge
dal santuario e fuor del tempio assiso,
non in quell’atto al santo aitar si giunge,
io Ratto che il vecchio il non terrestre viso
s’accorge aver a lato suo, non puote
non scolorar nel volto all’ improviso.
Tralascia i prieghi e lacrime devote,
onde fu l’angel certo ch’egli è fuore
15di se medesmo alle smarrite gote.
Gli ride apposta, acciò l’andato cuore
sen torni in petto, e il sangue all’intercette
frigide vene, al volto il bel colore.
Poi gli soggiunge queste parolette:
20— Non hai che dubitar di me, profeta,
ch’io vengo a te dal Palme benedette.
Ecco, da Chi produsse ogni pianeta,
nunzio ti porto, ch’ai tuoi prieghi onesti
abbi un figliuol non oltre ti si vieta.
25Son di tua donna i membri oggimai desti
al parto, e non hai piú perché t’affanni,
ma si che a un tanto don l’opra tua presti.
Di lei, quantunque antiqua e carca d’anni,
tu, ancor antico e carco d’anni, un figlio
30sei per aver, che chiamerai Giovanni.