Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/177

Da Wikisource.

Eternamente a soggiogar porrallo
140l’alte, superbe, incoronate teste,
né fine avrá tal stato né intervallo.
Ed ecco han mesi sei che in le giá deste
viscere al parto d’Isabetta antica
di carne un maseoi figlio ancor si veste.
145Né fia ch’esser possibil questo dica,
se non per opra d’Esso, che il mar d’onde,
di stelle il ciel, la terra d’erbe implica. —
Chinossi allor con belle e vereconde
maniere la regina, e a sé raccoglie
150le stampe sue nell’umiltá profonde.
Quelle annodate d’un fil d’oro scioglie;
calca col forte piè l’angue superbo;
poi chiama: — Ecco l’ancella! Non si toglie
dal Dio voler! Sia in me l’eterno Verbo! —