Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/215

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Ed essi a lui: — La sopranaturale
140sua stella in Oriente apparse a noi,
ch’altra non ha tanto splendor né tale.
Venere, Giove, Cinosura e i Buoi
men lucidi miramo, e nuova aurora
qui ver’ ponente fanno i lumi suoi.
145Però dei nostri noi confini fuora
uscimmo a seguir lei, che ci scorgea
per aspre vie senza mai far dimora.
Ma, tosto che toccammo di Giudea
vostra l’estreme parti, ella disparse
150dagli occhi nostri e piú non si vedea.
A noi disposti di trovarlo parse
con securtá venir pel vostro stato,
né tardi i piedi aver, né le man scarse. —
Erode a lor: — Non può se non lodato
155esser cotanto degno in voi disio.
Ite a cercarlo in qual vi piace lato.
Trovato che l’abbiate, intento è mio,
quando vi piaccia un poco darmi aviso,
venire ad adorarlo come Dio.—
160Cosi quel falso disse in lieto viso;
e quei, giá risaliti ancor in sella,
venian in Betleemme all’ improviso,
quando di nuovo usci la chiara stella.