Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/229

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Dell’alme il re Pluton, dei corpi Agosto,
ambi in conquasso andranno per Costui,
105cui l’uno e l’altro regno fia supposto.
Le virtú, grazie, modi e detti sui
l’arme saranno, donde il mondo espugne
e merga i falsi dèi negli antri bui.
O divin Re, che Dio ci dona ed ugne
no di caritá si ardente e amor si forte,
che sosterrá per noi piú amare pugne!
Ecco, si tosto ch’Egli entrò le porte
di questa fragil vita, ad esser segno
del ver, si gli procura bando e morte.
1x5 Tal ha sospetto gli sia tolto il regno,
chi ucciderlo apparecchia, e dalle cune
fia sempre insidiato fino al legno.
Donde voi, Madre degna, cui niune
donne mai di gran lunga sien eguali,
120della sua croce non sarete immune.
Duro coltello, fra cotanti mali
ch’Egli giá incorre, passeravvi l’alma
e sentirete in lei colpi mortali.
Ma poi, risurta l’onorata salma
125del santo corpo suo, sciorrá l’inferno,
e fra rami d’ulivo, alloro e palma
trarrá noi suscitati al Padre eterno. —