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CANTO VI

Creazione dell’uomo — Paradiso terrestre—Arbore del bene e male.
Sgiunte che fúr le chiare forme e oscure,
gli angeli assunti ed i demòn cacciati,
e d’una oggimai fatte due nature,
quei ch’eran parteggiani a Dio restati.
5trattisi all’alto Sole piú vicini,
seggi infiniti si lasciar votati.
Allora il chiaro piú fra’ cherubini
alzò l’acuta voce ed ispedita,
figgendo i suoi Degli occhi a quei divini,
io — O bontá — disse — somma ed infinita,
o lume pien di ferma providenza,
o eterno largitor d’eterna vita,
ecco di quei superbi l’insolenza
quanta cagion v’han porto di mostrarne
15l’ordita impresa in noi di sapienza.
Voi non sdegnate, o Amor, notizia darne,
ch’angel non mai. non uom fia mai securo
senza il vostro splendore in uman carne.
Il vostro con voi sempre lume puro
20sta giunto all’uomo in voi, che fin ad ora
noi rassicura e gli uomini in futuro,
g Ter lui sol dunque, ch’ama ed innamora,
n voi giustizia affrena sdegno ed ira,
e servii tèma caccia de’ suoi fuora.
25Prego, vedete come a voi s’aggira
l’angelica natura priva e scema
del numer di color che il duol martira !
Esser non può che la pietá non prema
quel vostro a voi Figliuolo coeterno,
30splendor di gloria e caritá suprema;