Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/39

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Tra’ fiori in verde prato Adam sedeva
con gli animali a lui condotti intorno
30ed i lor nomi a questo e a quel poneva.
Qual orso, qual leon, qual liocorno,
qual tigre appella, tauro e al fine quanti
han lane, peli, scaglie, becco e corno.
La donna, che si vede agli occhi avanti
35del mal e ben la pianta e i rami chini
per l’aggravar di tanti frutti e tanti,
mal si contien che a quelli assai vicini,
dolci all’aspetto, al gusto via piú forse,
la man bramosa ratto non acchini.
40A tanto il drago astuto un guardo torse,
e, presa occasione al mal disegno,
subito a lei queste lusinghe porse:
— 0 sol d’ogni animale il chiaro e degno,
a che por mano al dolce ramo temi,
45né gusti la virtú di tanto legno?
A che il nobil tuo stato calchi e premi,
quand’or paventi cosa giusta e lieve,
tu, c’hai del mondo in mano i quattro estremi
A te s’aggira il cielo; a te riceve
50il mar nel grembo i fiumi; a te, uom solo,
sé sopra sé sostien la terra greve.
Quanto si crea tra l’uno e l’altro polo,
tant’ hai soggetto e ne sei fatto donno;
e tanta stima fai d’un pomo solo?
55— Accoglier — disse quella — ben si ponno
questi qua intorno dell’eterna vita,
non quei di mezzo dell’eterno sonno! —
Rise a tal detto quella fronte attrita
dell’infernal arpia. Poi le rispose:
60— Donna, mal sai tua nobiltá infinita;
mal sai quanto di grazia Dio t’ascose
di questa nobil pianta sotto scorza,
ch’egli per onorarla in mezzo pose.
i . Foi ungo, Opere italiane - III.