Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/41

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ioo Per donna il gran Sansone, a cui né toro
prevalse né leon né armate torme
di filistei né tutte posse loro,
per donna, mentre a lei nel seno dorme,
vi lascia il senno, le gran forze, gli occhi,
105la vita, Possa e dell’onor le forme!
Per donna, tu, che il ciel col nome tocchi
dell’alta tua virtú, figliuol di lesse,
in ugual vizio, anzi maggior trabocchi!
Per donna il figliuol tuo, che il popol resse
no con tanto antiveder, con tanto spirto,
un vii Sardanapalo alfin s’espresse!
Per donna Erode il capo di quell’irto
nei peli di carnei sant’uomo offerse
all’impudica dea, ch’onora il mirto!
J15 Per donna il primo apostolo, che s’erse
col ferro in arme per fuor trarne il Mastro,
negollo poscia e l’acquistato perse.
Cosi da quel gioioso eterno castro
il nostro priinier uomo fu cacciato
120al freddo, al caldo, al duro incude, al rastro.
Ei non si tosto il frutto ebbe addentato,
che subito stupi vedersi nudo,
nuda la donna, e tutto il ciel turbato.
Poi vede a un tratto minaccioso e crudo
125l’angel balzarsi fuor di nebbia e vento,
armato di corazza, brando e scudo.
Trema col mar, la terra in argomento
che Dio commosso sia, non che natura:
muggion le selve e i monti, e il sole è spento.
130L’uomo, giá piú d’ogni altra creatura
misero fatto, quinci e quindi fugge,
rosso di scorno e bianco di paura.
Ha sempre il genio irato, che gli sugge
col ferro nudo per spavento il sangue;
135ha fuoco dentro e ghiaccio, che l’adugge;