Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/63

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Dall’isola regale, ov’io son nato,
140Siciglia, dico, in queste bande venni
coi padri dello stuol ch’è qui serrato.
Far voto a legni e pietre non sostenni;
vizio commune a tutto l’universo,
non che a’romani ed altri arguti senni!
145Qui riconosco un Dio per quel che verso
quante son creature umane in terra
padre si mostra e nel l’amarle immerso.
Però di noi gentili chi non erra
da legge di natura e vera latria,
150quanto l’Ebreo, tanto il mistero afferra!
Ecco che le sibille, d’altra patria
che di Giudea, con molti padri han scorto
in carne Cristo a disfar l’idolatria.
Ed io per lui, che vien, mi sono torto
155alla man dritta, essendo su la manca,
per traboccar nel centro, e mi conforto,
si che non temo lei ch’ivi s’imbianca. —