Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/65

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— Sotto il gran tauro, Cesare l’Augusto,
che in sino a Iano chiuse il crudo Marte,
nascerá in pace un uom, che sol fia giusto.
Nascerá Dio fatt’uomo in quella parte
35della Giudea, che Betelèin vien detta,
e fien sue prove sante al mondo sparte.
Felice oh quella madre, che, perfetta,
il Mar di grazie, vergine incorrotta,
fia di nudrir, dopo il gran parto, eletta! —
40Finito il canto, un’altra vien condotta
dell’aureo vello al bel monton dissopre,
ch’esce a man dritta fuor di verde grotta.
Ella non è costei che a noi si scopre;
la saggia Ellespontiaca si chiama,
45che calca l’oro e splende di sant’opre.
A Persica vien presso, ed una rama
di verginella oliva porta in mano,
come colei che pace annunzia ed ama.
Poscia fermata, in un bel dir sovrano
50alza la voce ributtando il velo
del capo a spalle in gentil atto umano.
— Su dal bel — disse, —ov’è piú largo il cielo,
piegò l’Onnipotente all’umil gente
un sguardo di pietá, d’amor, di zelo.
55Cosi, pien del suo fuoco e tutto ardente,
nei di postremi e tempo diffinito
scenderá in terra e fiaccherá il serpente.
Di vergin grembo, che fu prima ordito
al frutto senza seme, al parto intero,
60nascerá fra gli ebrei, da lor tradito. —
Palermo disse allor: — Questo mistero
sol per virtú di queste oneste donne
piú sempre a noi vien chiaro e piú sincero.
Di Zibeltarro all’ultime Colonne
65fin dal piú basso mar dell’Asia grande
nuncio di lui l’alto valor portonne.