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Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/91

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Il bel Ioseppo, di virtú conforme,
col suo canuto padre stando in piede,
sciolse cosi la voce all’alme forme:
70— Se Dio ne’ miei primi anni onor mi diede
di poter scioglier d’un ver sogno i nodi,
crescendo la Dio grazia e oprando fede;
se in ciò i miei frati allor gli acuti chiodi
preser d’invidia, sdegno ed odio in l’alme,
75e vinser d’impietá, di rabbia i modi;
se fui venduto e tratto in su le salme
di genti strane, e il padre come ucciso
mi pianse e al viso impresse ambe le palme;
se. rivenduto a un lordo incirconciso.
So mi svelsi dalle man dell’impudica
sua donna, troppo intenta al mio bel viso;
se amor, cangiato in odio, lei nemica
mi fece amara si, che in me converse
atto si vile ad anima pudica;
85se il crudel mio signor legommi e immerse
sotterra in grembo a morte, ove poi schiusi
un sogno a tal, che la prigion mi aperse;
se i pensier, che, dormendo, si confusi
ebbe re Faraon, sol io schiarilli,
90e gl’indovini suoi ne fúr delusi;
se, di si torbi ornai fatti tranquilli
que’ giorni miei, fui sollevato in cima
d’Egitto e suoi gran seggi e suoi vessilli;
se, fatto antiveduto, fuor di stima
95tolsimi appresso il padre, avendo ai frati,
ai frati miei dato perdono in prima;
se gl’infiniti poi giudei, giá nati
dapoi la morte mia, fúr posti al giovo
di servitú malconci e maltrattati ;
100a Dio ne rendo grazie, ch’io mi trovo
esser posto in figura e forse un specchio
dell’istante mister tant’alto e nuovo.