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capitolo quinto 97


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Cosí parlando, tuttavia le cinge
la gonna intorno, seco anti recata,
gonna non giá di quelle ch’oro pinge,
ma da portar sotto bei manti usata.
Poscia le copre il capo e sí la finge
che in altra donna par esser mutata;
né Berta in nulla guisa piú parea,
ma Fillide, Neera o Galatea.
49
Qui poi di terra il gran lenzolo piglia
e quel divide in fascie lunghe e strette;
annoda i capi lor, e qui s’appiglia
con le man Berta, da Milon ben rette;
cala per quella corda, e s’assottiglia
ferma tenersi fin che in terra stette;
Milon drieto le manda il drappo d’alto
ed animoso venne giú d’un salto.
50
Qual timidetta agnella che ’l pastore
del lupo da le zanne abbia redenta,
non anco cessa palpitarle il core,
né mai l’orribil téma si rallenta;
cosí Berta, seguendo il suo rettore,
par sempre ch’a le spalle Carlo senta
che la persegua, e spesso a drieto guarda,
onde di correr forte mai non tarda.
51
Girato avea giá mezza notte il cielo,
ché passo passo vannosi le stelle:
anco non era caldo né anco gelo,
ma la stagion quando le viti belle
son carche d’uve, ed ogni ramo e stelo
di rosso e giallo par che ’l mondo abbelle;
Milone finalmente giunge al muro
de la cittade, molto grosso e duro.

T. Folengo, Opere italiane. 7