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Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/164

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158 orlandino


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Ed ecco vi risoglio qui la quarta
richiesta, ch’era a dir lo pensier vostro:
quest’ultima che piú dolosa ed arta
credeste, or la piú facile vi mostro:
ciascun de voi, signori, non si parta
fin che chiaro v’appaia il stato nostro:
voi, dico, immaginate senza gioco
ch’io sia ’l priore, e so ch’io son il coco.
69
Mirati dunque a quello che pensate:
l’enigma vostro liquefatto giace! —
Rainer confuso disse: — In veritate
che piú Schiumi-pignatte non mi piace;
anzi sarai tu solamente abbate,
quell’altro sará il coco, diasi pace! —
E cosí senza indugio al suo precetto
un cambio tal mandato fu ad effetto.
70
— Veggio or — dicea — che non secondo il merito
vien dispensato il ben ecclesiastico,
per cui Lorenzo un sí crudel interito
ebbe col suo, non col corpo fantastico;
onde de’ mali chierci per demerito
difficilmente il duro freno mastico
a creder che con l’arte aristotelica
si debbia predicare l’evangelica. —
71
Cotal parole un vescovo presente
avendo a sdegno, e ch’un soldato ignaro
del stato ecclesiastico clemente
fusse cosí mordace e temeraro,
che lo biasmasse fra cotanta gente
per colpa sol del nuovo coquinaro,
disse: — Signor, s’io son peripatetico,
piú vaglio almen d’un borgognon eretico! —