Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/231

Da Wikisource.

selva seconda 225



Q ual stato mai per che si sia sublime,
V’ ha pare al pastoral di contentezza?
A ltri di strame rifrescar ed altri
M onger vidi gli armenti, altri purgarli.

I ntenti ancor son altri gli agnelletti
P ortar di luogo a luogo e ritornarli
S otto lor madri, ed altri con virgulti
E gionchi acuti tessono sportelle.

M a parte ancora, di piú verde etade, [«Apparet nullam aliam spem vitae homini esse propositam nisi ut, abiectis vanitatibus et errore miserabili, Deum cognoscat et Deo serviat». Lact.]
I ntenti sono a giovenili giochi,
L otte, salti diversi e slanzar dardi.
I n altra parte s’usan dicer versi,
T occar sampogne e contrastar di rime.
A ltri, de’ piú attempati, di lor gregge
T rattano, s’han piú spesa che guadagno.
V adon e riedon altri, piú robusti,
R icercando le mandre, ove ben spesso
V olpe, lupi selvaggi e piú gli umani
S oglion discommodar lor santa pace.

I n ogni lor impresa vanno lieti,
A mandosi l’un l’altro con gran fede,
M ercé che ’l capo lor sa l’arte a pieno.

I vi raccolto fui nel dolce tanto [Iam per reminiscentiam, ingruente rationis aetate, homo suam in se recolit naturam et dignitatem.]
N umero lor e fatto di sua prole.
G iá in mezzo al corso di sua lunga via
R otavasi la notte, passo passo:
E cco, dal sommo d’una capannella,
D ove molti pastori guarda fanno
I nsieme al grande armento con lor cani,
O desi, dentro una mirabil luce,
R esonar canti e dolce melodia.

T. Folengo, Opere italiane. 15