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selva seconda 245


Stavami, su quel punto che la terra
tutta tremò, non men for di me stesso
che ’l viandante, il quale mentre ch’erra
cercando un tetto, perché un nimbo spesso
li tona in capo, il fulmine si sferra
dal ciel gridando e piantasigli appresso,
ché un’alta pioppa in sua presenzia tocca
e tutta in foco e fumo la dirocca.

— Non temer d’alcun ciel che ti minaccia,
ché bella botta non mai colse augello! — [Epicuro conveniens sententia.]
A cotal voce rivoltai la faccia,
ed ecco un uomo lieto, grasso e bello
mi sovraggiunge e stretto a sé m’abbraccia.
S’io gli fussi figliol, padre o fratello,
io l’addimando vergognosamente.
Chi fusse, egli rispose immantenente.