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capitolo primo 21


56
Leva dunque la fronte a l’improvviso
ed accocciò co’ gli occhi a gli occhi d’ella:
scendeli un colpo d’un modesto riso,
che quasi traboccollo fuor di sella;
concorre il sangue, e spento lascia ’l viso;
e ’n mezzo al petto il freddo cor saltella;
bassa la vista, e poi mirar vols’anco:
allor ne venne, al doppio colpo, manco.
57
Pallido e smorto, volta il freno altrove,
ché un strano caso e novo l’addolora;
i’ dico novo, quando che mai prove
non fatto avea d’amore fin ad ora:
vorrebbe irsene a casa, e non sa dove
prenda ’l sentiero, tanto è di sé fora;
pur tanto del staffier segue la traccia,
che trova l’uscio e dentro vi si caccia.
58
In quella fretta ch’uomo, pria gagliardo,
da fredda febre vien ratto assalito,
corre a corcarsi, e pargli troppo tardo
ogni presto servir, tant’è invilito;
perde la forza e cangiasi nel sguardo,
cresce la nausa e fugge l’appetito:
cosí è Milon cangiato in un momento;
tuttoché corra, il corso gli par lento.
59
Salta d’arzone in gesto, qual non sòle,
ché ’n mille parti ha volto lo ’ntelletto;
chiavasi solo, e quanto può si dole,
trovando di sospiri colmo il letto;
quivi si cruccia e sfoga tal parole,
che intenerir potria d’azal un petto.
— Amor — dicea, — crudel Amor protervo,
m’hai còlto pur, qual sempliciotto cervo!