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374 | caos del triperuno |
Palpava il dorso al tigro, come solsi
far d’un cagnolo o d’altro picciol pollo.
Comai le sete a li apri e mi ravvolsi
le vipere a le braccia, al capo, al collo,
li augelli al pugno e’ pesci al lido accolsi,
né de mirarli venni unqua satollo.
Poscia mi volsi a la man dritta, come
sopra mi disse quel dal dolce nome. [«Nomen Iesu lucet praedicatum, pascit re cogitatum, lenit invocatum, roborat virtutes, vegetat bonos mores, castas fovet affectiones». Bern.]