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capitolo quarto 73


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Speranza è la nutrice de’ pensieri,
tanto ch’i guardi e i deti gara fanno.
Sotto ’l fallace lume de’ doppieri,
doppie bellezze in viso le donne hanno.
Però piú tira Amor di cento arcieri;
qual empie d’allegrezza e qual d’affanno,
e molte un cotal foco hann’ a la coda,
che ’l fiato li esce for, non che la broda.
33
O misere donzelle, o stolte madri,
ch’avete sí le danze a gran diletto,
s’amor d’onore è in voi, questi leggiadri
giochi di cortigian siavi a dispetto!
Un bel rubar ci fa sovente ladri,
ché, ove è la causa, seguevi l’effetto;
e questo in ballo avvien, ché ruffiana
si fa la madre e la figlia puttana.
34
Frosina avea pietá di sua madonna;
or esser tempo d’aiutarla vede;
tira Milone a drieto una colonna,
mentre che ’l gioco libero procede.
Venite mecum — disse — e non v’assonna
viltá di cuor, ché voglio farvi erede
del piú ricco tesoro ch’aggia ’l mondo,
ché l’occhio di fortuna vi è secondo. —
35
Egli non sa, ma ben fa coniettura
sopra l’amor di Berta, onde la segue.
Un trepidante affetto, una sciagura
lo batte sí, ch’ei pare si dilegue;
volgesi drieto spesso, ed ha paura
ch’alcun osservatore nol persegue.
Al fin, giunti a la camera di Berta,
Frosina drento il caccia, pronta, esperta.