Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/159

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angelo s. al lettore 153


lungo sospiro le rispose, — la mia passione ha funestato i tuoi giorni! Ma vivi, e vivi pure in pace; io l’ho perduta per sempre!... per sempre! Perdonami, Teresa, se ho turbato il tuo ritiro, il tuo sonno..., le tue lagrime stesse. Erano forse spremute dalla pietá, da un moto di compassione, di... ah! dalla memoria del tuo povero amico! Io le rispetto, io le adoro queste lagrime; ma il mio cuore, l’anima, tutt’i miei sensi mi chiedevano questo addio, sì, Teresa, quest’ultimo addio! Poco ancor mi rimane di vita: io mi sento così debole, cosí sfinito..., cosí arso...; tu verserai ben presto, lo spero, una lagrima, un sospiro di rimembranza sulle ceneri fredde del tuo Iacopo. —

Il discorso di Iacopo era molto appassionato, i suoi gesti espressivi e quasi di moribondo: Teresa sedeva ancora, e, fissandogli l’occhio con dolcezza ed un patetico sorriso, tentava di calmarlo e racconsolarlo. — Sono abbastanza umiliata? — le aggiunse. — Tu vedi il mio stato. Le tue virtú medesime stavano per sedurmi; beveva forse, senza avvedermene, il veleno che tu m’inspiravi: l’ho conosciuto da poco tempo; e i tuoi occhi, i tuoi sentimenti, i tuoi discorsi, le tue smanie, i tuoi deliri me lo rendono piú crudele e mortale. Perché tanta vivacitá di carattere ed un genio cosí impetuoso ed indomabile! Cálmati una volta, ed ascolta la tua ragione... Qual è l’oggetto della tua passione? Una giovane donna che non è piú padrona di se stessa, legata da nodi e giuramenti sacri, inviolabili...; che deve tutti i suoi pensieri, ogni sospiro, ogni occhiata al suo sposo..., e che assolutamente null’altro può che compiangerti..., e inutilmente! — Egli si rialzò con aria cupa e feroce, e strappando la propria mano da quelle di Teresa, lampeggiò sovr’essa d’un’occhiata cosí orrenda, che la fece tremar tutta. — «Assolutamente»! — stritolando i denti con rabbioso dispetto le rispose, — «inutilmente»! — Poi, con un tuono fermo e spaventevole: — Tu l’hai pronunziato!... La finirò io... per sempre... Teresa!... addio. — La voce di Iacopo avea un accento forte e vibrato; si vedea dipinta una disperata passione in tutti i suoi gesti, ogni moto era animato ed acceso. — Insensato! — ella riprese con forzata severitá, — se vi sono cari i miei giorni,... tremate di attentare ai vostri! — Frattanto lo riprese per mano e dolcemente gli disse: — Amico! tranquillizzatevi un momento per pietá!... E Teresa che ve ne prega. Via! riposatevi anche un poco, e rispettate la vostra salute, e poi!... — Non ci vedremo mai piú! — con un gran sospiro egli l’interruppe.