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214 | iii - scritti vari dal 1799 al 1802 |
concesso a mortale, spassionatamente. Ché, se in questi pochissimi l’uomo m’apparirá buono, saggio e forte per se stesso, incomincerò, pentendomi della mia opinione, a reputarlo e ad amarlo, consolandomi de’ tanti suoi mali quasi di necessari preparativi d’una verace eterna felicitá. Temo nulladimeno ch’io, spogliando gli uomini di Plutarco della magnificenza istorica e della riverenza per l’antichitá, poca o niuna distanza troverò tra i passati e i presenti, perché sospetto l’umanitá e tutte le sue vicende non mutarsi mai sennon nelle apparenze.
Firenze, 7 gennaio 1801.