Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/244

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238 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


porta la vita, sentiano ancor piú grave l’esilio per la compagnia di sbanditi, che, asilo implorando di libertá, asilo otteneano a’ misfatti; e in tutta Italia gli amici e i congiunti o atterriti o compri al tradimento; e i fanciulli, e le donne, e gli infermi vecchi lapidati; e frementi d’innocente ululato le carceri; e i pochi, o per virtú o per scienze o per sostenute dignitá, insigni e securi, confinati in barbare terre; e Cristo, capitano di ribellioni; e da per tutto violamenti, saccheggi, incendi, carnificine!

VII

Cosí la fortuna e gli uomini e il cielo abbandonata aveano l’Italia. Ma ora la dea Speranza, solo nume fedele agl’infelicissimi mortali, la fine di tanta ira predice; poiché teco, o Bonaparte, in nostro aiuto par che ritornino e la fortuna e gli uomini e il cielo. Onde, le gloriose imprese tue trapassando, non temo io di laudarti per quelle cose che a prò della repubblica nostra farai: e di che altro mai possiam esserti grati? e che deve aspettarsi la patria date, date, sangue italiano, fuorché la propria salute? Illustri certo e potenti per la universale viltá, ma né beati né pochi sono i conquistatori e i tiranni; né tu sei tale da aspirare a gloria comune, ed al tuo capo manca ancora l’unico lauro, da niun mortale posseduto mai, quello di salvatore de’ popoli conquistati. Che se Timoleone, quell’uom pari a Dio, il radicato servaggio dalla Sicilia spiantò, non fe’ però tanto la celeste libertá rifiorire che non tornasse ad allignarvi la tirannide, tremenda ancor piú per la memoria di quei pochi anni felici, che indarno poi quei popoli sospiravano. Non odi tu l’Italia che grida: — Stava l’ombra del mio gran nume in quella cittá, che, fondata sul mare, grandeggiava secura da tutte le forze mortali, e dove parea che i destini di Roma eterno asilo serbassero alla italica libertá. Il tempo, governatore delle terrene vicende, e la politica delle forti nazioni, e forse gli stessi suoi vizi la rovesciarono: udranno nondimeno le generazioni uscire dalle sue rovine con fremito lamentoso il nome di Bonaparte? — Ma si ritorcerá questa taccia in tuo elogio, poiché la Storia,