Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/32

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26 i - scritti vari dal 1796 al 1798


la libidine del potere e la fame dell’oro signoreggiano gli uomini che dalle rivoluzioni sperano dominio, indipendenza e ricchezze. Aggiungi la preponderanza straniera, che, inceppando il genio intraprendente di quelli che incominciarono a reggere la libera Italia, scemò agl’italiani la speranza di primeggiare nella scienza del governo, poiché rapí lor le scienze, di cui fu prima ristauratrice l’Italia, ed oscurò lo splendore dell’arti belle, di cui l’Italia fu dopo la Grecia la sola creatrice.

Ecco frattanto nel bollore delle rivoluzioni un’opera, che, quantunque manchi delle regole, che l’autoritá de’ critici, il genio dei primi epici e il pregiudizio dei secoli fissarono all’epopeia, ella è però tale da presentare un poema originale anche nel secolo decimottavo, in cui, come vedemmo crescere l’umano ingegno, così, pel sistema delle cose, sembra che deggia tutto ad un tratto decrescere. Svolgerem noi di questo poema e le bellezze e i difetti. Prima però di parlarne, s’arresteremo sull’introduzion che Ludovico Valeriani premesse all’opera, non solo perché da questa si tragge la storia filosofica delle lettere, ma anche perché si ricavano le piú veraci notizie del poeta.

«Se Parti e le scienze — dice il Valeriani — mai non poterono crescere che nello scoppio o nell’ira del dispotismo, come dunque avrebbero potuto prosperare in maniera utile agli uomini? Infatti, se ci arrestiamo ad esplorarne i progressi, noi le vedremo, in luogo di cospirare alla pubblica felicitá, contemperarsi al carattere di governi o tempestosi o tirannici. Osserverem la meccanica, quell’arte insigne di moltiplicar le forze col moto e l’opera con l’industria, nascere in un popolo laborioso e pacifico, ma condannata ad erigere moli enormi all’immondo ossame dei re e eternare gli arcani di una lordissima superstizione. L’astronomia, fatta per animare e soccorrere gli utili affanni dell’agricoltura, rivolta in arte vanissima di prestigi, divinazioni ed oracoli. La navigazione ed il commercio, che sol dovevano agevolare e distendere le comoditá della vita ed il consorzio degli uomini, indurre un traffico infame di errori e vizi, propagar con maggior celeritá le ingiustizie e i flagelli delle nazioni. La matematica prestare i numeri, le cifre, i calcoli, piú che al benefico genio