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VIII
ISTRUZIONI POLITICO - MORALI
[settembre-ottobre 1798]
CAPITOLO PRIMO
dell’indipendenza nazionale
Un conquistatore non si vorrá provar che di rado con un popolo libero povero e costumato. Le sue vittorie sarebbero funeste del pari che le sconfitte, poiché, sacrificando una parte delle sue forze, non ne ritrarrebbe alcun vantaggio reale. Un popolo libero è molto amico della propria patria per non opporsi a chi volesse strascinarla alla schiavitú; e se questo popolo stesso è povero e costumato, non alletta l’avarizia e l’ambizione del conquistatore, e si fa rispettare, o temer per lo meno, per la propria virtú. Queste ragioni mantennero a Sparta il primato su tutta la Grecia, il rispetto di tutte le nazioni potenti e l’indipendenza nazionale per piú di otto secoli. Atene per lo contrario deve le sue tante vicende, i suoi tiranni, i suoi demagoghi, le sue anarchie, la sua totale schiavitú alle proprie ricchezze ed ai propri vizi. Lo stesso si può dire dell’Italia.