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viii - istruzioni politico-morali 47


non i Gracchi, ma le persecuzioni del senato e la morte di Tiberio e di Caio Gracco furono le prime scosse del crollo di si grande repubblica. Convien risalire a piú alti principi.

È da sapersi che Roma, al suo nascere, essendo povera e abitata da fuorusciti di diverse nazioni, e per conseguenza da gente inquieta, discorde, facinorosa, Romolo, secondando il suo genio guerriero e provvedendo alla necessitá del suo piccolo Stato, divisò di guerreggiare co’ sabini e con gli altri popoli circonvicini, da’ quali riportò molte vittorie, e li astrinse a far matrimoni co’ romani, e stringer con essi alleanze ed a cedere ai bisogni di questi una parte del loro territorio. Per la legislazione civile e religiosa di Numa, e per le guerre di Tulio Ostilio e degli altri re, Roma cresceva ognora piú, quasi in preludio della sua futura grandezza. Cacciati dal primo Bruto i Tarquini, successe alla tirannide dei re quella dei patrizi, la quale era fondata su le loro maggiori ricchezze. Propose Licinio la legge agraria, e fu adottata. Ed è questa:

Primo. Che niun cittadino romano possa possedere piú d’una data porzione di terreno.

Secondo. Che tutte le terre conquistate dopo questa legge sieno ripartite equamente a tutti i cittadini.

Era questa legge eseguibile per l’articolo primo, perché non si trattava di spogliare i patrizi o di diminuir loro la rendita, mentre, in que’ tempi della repubblica ancora povera, i piú (poiché quei della famiglia reale, ch’erano i piú ricchi, furono espulsi) appena possedevano molto meno del maximum fissato dalla legge Licinia; ma, prevedendo che le guerre avrebbero arricchito i nobili, questa legge stessa aveva definito che non giungessero col tempo le ricchezze a tal grado che il popolo fosse lo schiavo degli ottimati. Ed era molto piú eseguibile e giusto il secondo articolo di questa legge, che ordinava la distribuzione delle terre conquistate ai nemici, perché toglieva l’adito ai patrizi di divenire ricchissimi o di soperchiare gli altri colle ricchezze: mentre non avrebbero avuto di piú che quelle rendite che giá possedevano nel tempo che fu adottata la legge Licinia, e per conseguenza poco piú degli altri (essendo allora, come si disse, la