Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/56

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50 i - scritti vari dal 1796 al 1798


or con la forza e finalmente con l’assassinio, atterrò tutte le mire di Gracco. Questo fu il primo omicidio di tumulto civile successo dopo la fondazione della repubblica; e Tiberio, ad onta che la sua persona fosse sacrosanta, perché era egli allora tribuno della plebe, fu dal popolo concitato, o piuttosto dai sicari del senato, ucciso e gettato nel Tevere.

Caio Gracco, fratello di Tiberio, minore di nov’anni, conoscendo che l’interesse piú che la santitá della legge animava i due partiti, definí di allontanarsi dagli affari della repubblica. Dopo l’anno decimo dell’uccisione di Tiberio, vedendo in sogno, come narrano Cicerone e Plutarco, lo spettro di suo fratello che lo animava a divenire propagatore della legge agraria e di consacrare il suo sangue al bene del popolo, ei si svelse dal suo proposto; e, creato anch’egli tribuno della plebe, atterrí piú volte il senato, che alla libera e veemente eloquenza del secondo Gracco oppose il raggiro: fino a che questi, assalito un giorno dagli sgherri di Postumio consolo, ha dovuto soffrire la sorte di suo fratello.

Dalle morti de’ Gracchi e dai tumulti in questa occasione avvenuti traggono i politici la maggiore ragione della caduta della repubblica romana, poiché, a dir loro, per la prima volta si videro due tribuni del popolo uccisi nel fòro e insepolti; lo che accese l’odio giá antico fra la plebe e il senato, e fece di mano in mano insorgere le guerre civili e il servaggio. Non negherò che questi tumulti non siano stati di scandalo e non abbiano avuto parte nelle guerre civili; ma dirò altresí che, essendo questi tumulti avvenuti per iscemare la possanza de’ nobili e de’ ricchi, ed avendo questi soperchiata la fazione popolare coll’ingiusto assassinio de’ Gracchi, il giudice imparziale piange sulla sorte di questi due generosi romani, e, allontanandosi dal volgo, che giudica non dallo scopo, ma dall’evento, tragge appunto la ruina di Roma piú dalle opposizioni del senato (interessato a ciò per cause private) che dalle intraprese de’ Gracchi, audaci in vero, ma giuste e propugnatrici d’una santa causa e delle leggi de’ loro maggiori. Ma la questione non s’appoggia a questo punto di storia.