Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/113

Da Wikisource.

delle ultime lettere di iacopo ortis 107


ha levato via, moltissimi, e forse i piú arditi li ha conservati: inoltre è diligentemente corretta e assai nitida, e viene anteposta ad ogni altra; cosí che, quantunque consistesse di piú che mille e seicento copie, non è ora si agevole il potersene procacciare. Da essa poi derivarono le tante ristampe uscite negli anni successivi da vari luoghi d’Italia: nondimeno, per eludere la legge della revisione, diventata in appresso piú rigorosa, tennero quasi tutte la data del 1802; e, per illudere i compratori, s’appropriarono la protesta riportata dianzi. N’abbiamo sott’occhio dodici, oltre alla veneta e quella del Genio tipografico. Due sole dichiarano la tipografia: una è a grossi caratteri, per Zanotti Bianco in Vercelli; e l’altra, elegantissima, procurata in Londra dal signore Zotti, a cui se fosse stata nota l’edizione veneta, e se inoltre egli si fosse servito di migliore bulino, il pubblico gli sarebbe debitore del testo piú esatto insieme e piú nitido delle Ultime lettere. Quanto alle altre ristampe, benché il libraio, in cui nome scriviamo questa notizia, ci somministri i luoghi delle stamperie e cittá da dove gli sono arrivate, nondimeno a noi paiono cosí scorrette in sostanza e di sí deforme apparenza, e fatte, per aviditá di guadagno con molta fretta e fors’anche con maggiore ignoranza, da non meritare distinta menzione. Eccettueremo unicamente quella di Mantova, pubblicata sotto la data «Italia, mdcccii», e, quanto si poteva, imitarono il sesto, la carta, i caratteri e finanche il preciso numero delle pagine 244 dell’edizione milanese: se non che la contraffazione fu smentita e invilita dal troppo numero degli esemplari; tanto piú che il ritratto, disegnato la prima volta dal celebre artefice Longhi ed inciso lodevolmente dal Boggi, fu per la ristampa mantovana meschinamente rifatto. Onde per l’edizione che ora s’intraprende abbiamo consigliato al libraio che s’attenesse fedelmente alla prima; e, quanto agli errori di stampa e a’ sensi intralciati per difetto d’ortografia, procurasse di ridurla a migliore lezione, aiutandosi del testo del Genio tipografico.

III. Traduzioni

Il concorso de’ lettori non giustifica le opere nuove davanti a periti giudici, i quali possono spesso pronosticare senza ingannarsi che le piú famose saranno un dí biasimate da chi le lodava. Ma quanto minore è il vero pregio de’ libri avidamente letti, tanto piú importa investigarne i motivi: perché possono guidare a conoscere