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di lei spiega esattissimo quel verso suggerito dalla piú alta in amore e passionata fra le donne1:

L’amato nell’amata si trasfonde.

Infatti, benché Teresa parli assai poco e che le agitazioni del suo cuore siano raramente manifestate, si vede pure che assume molte qualitá del suo amante. E, come egli dalle soavi virtú di lei ha desunto il generoso proponimento di non contaminare mai l’innocenza della fanciulla; cosí essa dalla austeritá naturale, dalla fierezza e dalle massime, che vede in lui, di altèra onestá, è fatta piú severa e costante nella virtú. E chi esamina gl’innamorati, trova sempre che or l’uno or l’altro de’ due amanti predomina e che si vanno reciprocamente trasfondendo le lor qualitá. Generalmente si potrebbe asserire che la virtú delle giovani pende dalla generositá de’ loro amanti. E Teresa sarebbe assai meno amabile al cuore de’ lettori, e l’Ortis men da compiangersi, s’egli avesse tentato mai di sedurla. Ma il solo pensiero di sedurla, che l’amore furente gli desta alle volte nell’anima, lo strazia poi lungamente d’atroci e quasi superstiziosi rimorsi. «La sua virtú ... e non tanto la sua virtú, quanto la sua passione, mi sgomentava: sentiva e sento il rimorso di averla io primo eccitata nel suo cuore innocente. Ed è rimorso... rimorso di tradimento... Ahi mio cuore codardo!»2. Né mai si scorge un minimo indizio ch’egli volesse stornare le nozze di lei o dissuaderla dalla obbedienza filiale: anzi nella lettera3, che prima di partirsi ei le scrive, comincia a prepararla egli stesso a quel sacrificio; e, quando alfine Teresa lo consumò, e l’Ortis decretò di morire, ei le lascia in ereditá de’ consigli per tollerarlo4. Onde chi biasima l’inazione e il silenzio di quella giovine e ne loda il virginale carattere, non s’avvede che, ov’ella avesse operato o parlato, non avrebbe piú quel carattere. E quei che inoltre vorrebbero vedere un nodo di romanzo tessuto da tutti i personaggi introdotti nell’Ortis, e sciolto verso la fine da tutti, avrebbero dovuto fare tre riflessioni. L’una: che. se i fatti fondamentali sono veri, e sono

  1. Idea ripetuta da Eloisa in tutte le sue lettere latine ad Abelardo, dalle quali Pope ha ricavato la piú bella delle sue poesie.
  2. [La lett. a p. 309, vol. i di questa edizione; il passo, la var. in questo ii vol., p. 75].
  3. [Pagine 324-6, vol. i, di questa ediz.].
  4. [Pagine 49-50, vol. ii, di questa ediz.].