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134 notizia bibliografica


in quelle lettere e in que’ frammenti lo scrittore esaminò tutto lo stato passato della sua mente e delle sue viscere; e, persuaso pure delle opinioni morali e politiche che vi erano esposte, e sentendosi tuttavia commosso da alcuni di que’ fogli d’amore, si dispose d’ordinare ogni cosa in un libro; e richiese la giovane gentildonna e l’amico, che ne serbavano molti piú, specialmente di materie politiche, depositati per sospetto d’inquisizioni domestiche; e, compilato il volume, lo dava alle stampe, sotto il nome del giovine di casato Ortis ammazzatosi in Padova: se non che gli venne allora sott’occhio una traduzione italiana del Werther. Percosso dalla somiglianza, non tanto de’ due caratteri, quanto delle forme sotto le quali l’uno e l’altro si presentavano, e de’ frangenti quasi consimili in cui s’erano ambedue ritrovati, e piú ch’altro dal suicidio preparato, con differenze notabili quanto a’ moti dell’animo, ma con molte azioni rassomiglianti; e udendo inoltre quanta celebritá aveva quell’operetta, e temendo che non troverebbe vergine l’immaginazione de’ lettori, si sconfortò per allora di pubblicare il suo libro. Bensí, irritato continuamente dalle miserie della sua patria, lasciò correre alcuni di que’ frammenti che risguardavano lo stato d’Italia; e furono pubblicati in una gazzetta, che venne tre o quattro mesi dopo proibita1. Poscia lo scrittore italiano osservando piú addentro l’operetta tedesca, s’accertò, malgrado la traduzione, ch’egli aveva e sentito ed espresso diversamente le proprie passioni. Ed era pur conscio in se stesso di non avere cavato che dalle proprie circostanze, dalla sua propria mente in tumulto e dal suo carattere individuale le cose che aveva scritte, e quando non prevedeva che ne avrebbe mai fatto un libro. Ma vide altresí che l’autore tedesco, o per

  1. Usciva tutti i di nel 1798 in Milano, col titolo il Monitore italiano, e, a dir giusto, non ebbe corso che per tre mesi. Era scritta da uomini, che, essendo avversi a’ passati governi, svelavano non per tanto i deboli fondamenti della nuova repubblica e l’ignoranza de’ nuovi legislatori, e per lo piú con delle «postille» sotto il testo de’ discorsi tenuti ne’ Consigli legislativi. I compilatori corsero de’ pericoli, e uno d’essi fu processato in un Consiglio di guerra francese. Oltre a’ frammenti di cui qui si parla, tra’ quali v’è in parte la lettera a pp. 285-7 [vol. i] di questa edizione e ommessa in molte ristampe, si leggono in essa gazzetta degli articoli diretti da un altro scrittore anche con piú fieri termini contro Bonaparte e il trattato di Campoformio. Non si vuole confonderla col Monitore cisalpino, che usciva verso quel tempo. Di queste notizie e di molte altre, come diremo in appresso, siamo obbligati al signor Schulthessius.