Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/176

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170 v - scritti e frammenti vari


E perché compri? D’altronde si può comprare e non leggere: e qui avrei voluto chiamare in testimonio le biblioteche de’ frati e de’ vescovi; ma, poiché sono state saccheggiate dagli agenti nazionali, mi trovo forzato a far citare quelle de’ commissari, dei finanzieri, dei generali e dei nobili... e di qualche letterato. Vuoi piú? Tutta questa rispettabile ciurma potrá persuadervi ab experto che si può comprare, leggere e non intendere.

Fuor di scherzo. Vedimi ginocchione per confessarmi a’ tuoi piedi, o tollerante conoscitore dell’uomo.

Il proponimento di mostrarmi come la madre natura e la fortuna mi han fatto, fu un po’ d’ambizione. Lo so... ma... ti giuro ch’io non sono stato mai ambizioso. Ho sentito... lo dico arrossendo... ho sentito e sento — lascia prima ch’io mi copra con le mani la faccia — una febbre di gloria che m’ubbriaca perpetuamente la testa. Nella mia adolescenza le ho sacrificato la quiete della casa paterna e la certezza del pranzo giornaliero. I miei piaceri, i miei vizi, le mie passioni, il mio onore e perfino le mie speranze... ora non ho altro... sono, quand’ella il voglia, sue vittime.

È vero ch’io spoglio talvolta questo fantasma della porpora e della tromba, e allora vedo in lui uno scheletro che traballa su le ossa ammucchiate de’ cimiteri... casca, si dissolve e si confonde fra le altre reliquie della morte. Ma poi? torna a lusingarmi con la sua voce, che passa tra il fremito delle tarde generazioni e rompe co’ suoi raggi, che a me sembrano eterni, la caligine de’ secoli remoti. Tutte le mie potenze e i bisogni stessi della vita non parlano allora in me che con un rispettoso mormorio. Il solo pensiero che il mio nome sarebbe sepolto col mio cadavere mi distolse due volte dal mio vecchio proponimento di ingannare la fortuna, di liberarmi dalla noia del mondo e di contentare la umana malignitá, rendendo questa misera vita alla terra. L’ambizioso ha l’anima gonfia, non elevata. Non ho mai brigato il fumo della letteratura, né i ricamati vestimenti de’ nostri magistrati. E, piú che l’amore della virtú, il timore dell’avvilimento mi ha rattenuto sovente da quelle azioni, che la societá chiama «delitti». Ma s’io........... non forza politica umana, non