Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/22

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16 iv - seconda redazione delle


fianco la morte, non servirebbero cosí vilmente. — Il Parini non apria bocca; ma, stringendomi il braccio, mi guardava ogni ora piú fisso. Poi mi trasse, come accennandomi perch’io tornassi a sedermi: — E pensi tu — proruppe —che, s’io discernessi un barlume di libertá, mi perderei, ad onta della mia inferma vecchiaia, in questi vani lamenti? O giovine degno di un altro secolo, se non puoi spegnere quel tuo ardore fatale, a che non lo volgi ad altre passioni?

Allora io guardai nel passato; allora io mi volgeva avidamente al futuro; ma io errava sempre nel vano, e le mie braccia tornavano deluse senza poter mai stringere nulla, e conobbi tutta tutta la disperazione del mio stato. Narrai a quel grande italiano la storia delle mie passioni, e gli dipinsi Teresa come uno di que’ geni celesti, i quali par che discendano a illuminar la stanza tenebrosa di questa vita. E alle mie parole e al mio pianto, il vecchio pietoso piú volte sospirò dal cuore profondo. — No — io gli dissi — non veggo piú che il sepolcro. Ho una madre tenera e benefica: spesso mi sembrò di vederla calcare tremando le mie pedate e seguirmi fino a sommo il monte, donde io stava per diruparmi; e, mentre era quasi con tutto il corpo abbandonato nell’aria, ella afferravano per la falda delle vesti e mi ritraeva; ed io volgendomi non udiva piú che il suo pianto. Pure..., s’ella sapesse tutti i feroci miei mali, implorerebbe ella stessa dal cielo il termine degli ansiosi miei giorni. Ma l’unica fiamma vitale, che anima ancora questo travagliato mio corpo, è la speranza di tentare la libertá della patria. — Egli sorrise mestamente; e, poiché s’accorse che la mia voce infiochiva e i miei sguardi si abbassavano immoti sul suolo, ricominciò: — Forse questo tuo furore di gloria potrebbe trarti a difficili imprese; ma, credimi, la fama degli eroi spetta un quarto alla loro audacia, due quarti alla sorte e l’altro quarto a’ loro delitti. Ma, se ti reputi bastevolmente fortunato e crudele per aspirare a questa gloria, pensi tu che i tempi te ne porgano i mezzi? I gemiti di tutte le etá e questo giogo della nostra patria non ti hanno per anco insegnato che non si dee aspettare libertá dallo straniero? Chiunque s’intrica nelle faccende di un paese conquistato, non ritrae che