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Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/257

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discorso secondo 251


La Grecia restituí con le sue rovine le arti e le lettere all’Egitto dopo la schiavitú delle repubbliche, ed all’Italia dopo la caduta dell’impero d’Oriente, col favore della famiglia de’ Tolomei in Alessandria, e de’ Medici in Firenze ed in Roma[1]. Ma ora appena si degnano di ricordanza que’ greci, che, rifuggiti dopo il decimoquarto secolo a’ veneti ed a’ toscani, portarono agli avi nostri le greche muse e li armarono contro alla signoria degli scolastici.

               Vixere fortes . . . . . . . . . . . . . .
               Multi! Sed omnes illacrymabites
                    urgentur ignotique longa
                    noe te, careni quia vate sacro.


  1. Leone decimo fu figliuolo secondogenito di Lorenzo il Magnifico; e Clemente settimo di Giuliano, ucciso nella congiura pazziana.