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250 vi - commento alla «chioma di berenice»


vecchiezza, sino a godere delle liberalitá di Evergete, o gli lasciarono illustri discepoli. Scrisse questo re i suoi commentari1 né so come sieno sfuggiti a Gherardo Vossio ed a’ letterali che fecero il supplemento all’opera De historicis Graecis. Arricchí la biblioteca fondata dall’avo, per consiglio di Demetrio Falereo, filosofo e principe2. Con munificenza degna del nome suo di «liberale», fece copiare i tragici greci3. Viveva ancora Callimaco sotto il suo regno, e vecchio scrisse questo poemetto, poiché da Filadelfo, che regnò anni ventisette, fu chiamato in Alessandria mentre era in etá da far da precettore4. Il secolo de’ tre Tolomei (gli altri tralignarono in peggio sempre) merita una storia sua propria, pari a quella che l’inglese Roscoe5, amico dell’onore italiano, scrisse con sommo studio del secolo mediceo: seppure l’Heyne non vi avesse supplito nel suo libro, ch’io vidi citato, ma che non ho potuto leggere, De genio saeculi Ptolomaeorum. Né recherá detrimento alla loro fama il giudizio d’Ottaviano6, che, dopo avere onorata la sepoltura d’Alessandro, sdegnò quella di Tolomeo7, dicendo: «ch’ei voleva vedere re, e non morti»; quasi quell’usurpatore della fortuna di Cesare, grande per la sventura di Bruto e di Cassio, per le infelici passioni di Antonio, e molto piú per la viltá del senato e la stanchezza del popolo romano dopo tanto sangue civile, di veruna dote fregiato di principe, tranne dell’astuzia di Ulisse, volesse dare, con quelle parole, speranze all’impero di emulare piú quel grandissimo macedone che Tolomeo, suo successore. Ma Alessandro diede regni a’ suoi capitani, ed il nipote di Cesare l’ebbe dal valore de’ suoi guerrieri.

  1. Ateneo, lib. xiii, ove cita il lib. iii di questi Commentari.
  2. Laerzio, in Demetrio Falereo.
  3. Aulo Gellio, lib. vi, cap. 17. * Della fenice, sotto questo terzo Tolomeo, riapparsa in Egitto, vedi Tacito, Ann., vi, 28. *
  4. Suida; Strabone, in Lybiae descriptione, lib. xvii.
  5. Life of Lorenzo de Medici, Liverpool.
  6. Svetonio, in secundo Coesore, cap. 18.
  7. Leggo «Ptotomaeum», con le antiche edizioni, e non «Ptolomaeûm» o «Ptolomaeorum», secondo le correzioni degli eruditi.