Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/26

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20 iv - seconda redazione delle


tempo ch’io quietassi. È vero, non trovo stanza; ma qui peggio che altrove. La stagione, la nebbia perpetua, quest’aria morta, certe fisonomie..., e poi..., forse m’inganno, ma parmi di trovar poco cuore; né posso incolparli; tutto si acquista, ma la compassione e la generositá, e molto piú certa delicatezza di animo nascono sempre con noi, e non le cerca se non chi le sente. Insomma domani. E mi si è fitta in fantasia tale necessitá di partire, che queste ore d’indugio mi paiono anni di carcere.

— Mal augurato! perché mai tutti i tuoi sensi si risentono soltanto nel dolore, simili a quelle membra scorticate che all’alito piú blando dell’aria si ritirano? Goditi il mondo com’è, e tu vivrai piú riposato e men pazzo. — Ma, se a chi mi declama si fatti sermoni, io dicessi: — Quando ti salta la febbre, fa’ che il polso ti batta piú lento, e sarai sano, — non avrebbe egli ragione di credermi farneticante di peggior febbre? Come dunque poss’io dar leggi al mio sangue, che fluttua rapidissimo? e quando urta nel cuore, io sento che vi si ammassa bollendo, e poi sgorga impetuosamente; e spesso all’improvviso, e talora fra il sonno par che voglia spaccarmisi il petto. O Ulissi! eccomi ad obbedire alla vostra saviezza, a patti ch’io, quando vi veggo dissimulatori, agghiacciati, incapaci di soccorrere la povertá senza insultarla e di difendere il debole dalla ingiustizia; quando vi veggo, per isfamare le vostre plebee passioncelle, prostrati appiè del potente che odiate e che vi disprezza; allora io possa trasfondere in voi una stilla di questa mia fervida bile, che pure armò spesso la mia voce e il mio braccio contro la prepotenza, che non mi lascia mai gli occhi asciutti, né chiusa la mano alla vista della miseria, e che mi salverá sempre dalla bassezza. Voi vi credete saggi, e il mondo vi predica onesti: ma toglietevi la paura... Non vi affannate dunque: le parti sono pari: Dio vi preservi dalle mie «pazzie», ed io lo prego con tutta l’espansione dell’anima perché mi preservi dalla vostra «saviezza». E s’io scorgo costoro anche quando passano senza vedermi, io corro subitamente a cercare rifugio nel tuo petto, o Lorenzo. Tu rispetti amorosamente le mie passioni, quantunque tu abbia sovente veduto questo leone ammansarsi alla sola tua voce. Ma