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ultime lettere di iacopo ortis 59


di te, io prego il sommo Iddio, se non ci riserba alcun luogo ov’io possa riunirmi teco per sempre, lo prego dalle viscere dell’anima mia, e in questa tremenda ora della morte, perché egli m’abbandoni soltanto nel nulla. Ma io moro incontaminato, e padrone di me stesso, e pieno di te, e certo del tuo pianto! Perdonami, Teresa, se mai... Consolati, e vivi per la felicitá dei nostri miseri genitori; la tua morte farebbe maledire le mie ceneri.

Che se taluno ardisse incolparti del mio infelice destino, confondilo con questo mio giuramento solenne ch’io pronunzio girandomi nella notte della morte: Teresa è innocente. Addio, addio...

Il ragazzo, che dormiva nella camera contigua all’appartamento di Iacopo, fu scosso come da un lungo gemito: tese l’orecchio per intendere s’ei lo chiamava; aprí la finestra, sospettando ch’io avessi gridato all’uscio, poiché stava avvertito ch’io sarei tornato sul far del dí: ma, chiaritosi che tutto era quiete e la notte ancor fitta, tornò a coricarsi e si addormentò. Mi disse poi che quel gemito gli aveva fatto paura; ma che non vi pose mente, perché il suo padrone soleva sempre agitarsi fra il sonno.

La mattina, Michele, dopo avere bussato e chiamato invano alla porta, sforzò il chiavistello; e, non sentendosi rispondere nella prima stanza, s’innoltrú palpitando; e al lume della candela, che ancora ardea, gli si affacciò Iacopo immerso nel proprio sangue. Spalancò le finestre chiamando gente; e, poiché niuno accorreva, volò cercando il chirurgo, ma non lo trovò, perché assisteva a un moribondo; volò al parroco, ed anch’egli era fuori per lo stesso motivo. Entrò ansante in casa T***, piangendo e raccontando a Teresa, la quale fu prima ad abbattersi in lui, che il suo padrone s’era ferito, ma che gli parea che non fosse ancora morto. Teresa dopo due passi tramortí, e restò per lunga ora senza sensi, fra le braccia di Odoardo.

Il signore T*** accorse, sperando di salvare la vita del nostro misero amico. Lo trovarono steso sopra un sofá con tutta quasi la faccia nascosta fra’ cuscini: immobile, se non che ad ora ad ora anelava. S’era piantato un pugnale sotto la mammella sinistra; ma se l’era tratto dalla ferita, e gli era caduto a terra. Il suo abito