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235 vii - scritti vari


Campagna seconda.

Primo effetto di vittorie sí illustri fu l’Alsazia sgombrata da Wurmser, costretto a ripassare il Reno per accorrere con quarantamila uomini in aiuto del Tirolo: dopo non molto, si affaccia sull’Adige con ottantamila combattenti, occupa Monte Baldo, penetra per Valsabbia e giunge ad un tempo a Verona ed a Brescia.

Nuovo e formidabile nemico, cui non possiamo opporre piú di trentamila uomini. Doveansi conservare le conquiste; assediavasi Mantova, presidiata da piú di ottomila uomini, già in procinto di arrendersi. In questa seconda campagna, Bonaparte appar superiore a Federigo, trovatosi quasi in pari posizione. Non si ostina all’assedio di Mantova, come il re all’assedio di Praga; ma le sue risoluzioni sono rapide e le operazioni rapidissime. L’inimico, stupefatto da tanta prontezza di movimenti, non trovava mai all’alba l’esercito francese dove avealo lasciato la sera. Ripiegando al numero colle marce, Bonaparte mostravasi quasi ovunque superiore al nimico. Le battaglie di Lonato e di Castiglione coronarono sí belli ed ardimentosi concetti; e Wurmser, vinto ad onta della sua numerosa cavalleria e dell’artiglieria immensa, rifuggí nelle gole del Tirolo, lasciando ai francesi gran parte del suo esercito.

In tutti questi movimenti, sorgente d’utili studi per chi attende alla milizia, Bonaparte fece conoscere che sovente l’espediente migliore per difendersi è l’assalire e che il genio della grande guerra posa sovranamente nell’arte di racquistare l’offesa, ove i primi vantaggi del nimico l’avessero preoccupata. Allora la sua fama si fondò in tutta Europa; i generali francesi di ogni arma lo acclamarono loro maestro, e gli antichi commilitoni di Federigo preconizzarono l’eroe che dovea ripigliare lo scettro della guerra, inoperoso dopo la morte di lui.

Campagna terza.

Bonaparte avea vinto; ma si vide tratto in ardui frangenti e n’era punto altamente. Ricordava che Wurmser avea piú volte occupato il suo quartier generale, né credea bastante vendetta l’aver dissipato i divisamenti di lui, sterminandogli parte dell’esercito. Dopo sei settimane di riposo, ode che questo generale