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Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu/54

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48 vii - viaggio sentimentale di yorick


Ma se il caso ti tenta nella pazienza, come questo del ronzino che scappa alla stalla piantando La Fleur tutto d’un pezzo ne’ suoi stivaloni, vuoisi il grado comparativo; e allora: «Peste!».

E quanto al superlativo...

Ma il cuore mi si stringe di compassione e d’amore del prossimo, considerando quali miserie denno esserle toccate in sorte, e quanto deve essere stata martoriata a sangue una nazione si dilicata, se fu violentata ad usarne.

Ispiratemi voi, o potenze che nel dolore snodate la lingua all’eloquenza! Comunque corra il mio dado, ispiratemi esclamazioni timorate, tanto ch’io non nomini invano la mia natura.

Ma questa è grazia che non si può in Francia impetrare; onde mi rassegnai di lasciarmi all’occasione sferzare dalla fortuna senza mandare esclamazione veruna.

La Fleur, che seco non avea questi patti, appostò con gli occhi il ronzino finché gli svaní dalla vista; e allora ma chi vuole, supplisca del suo l’esclamazione con cui La Fleur uscí finalmente di quella briga.

E siccome non v’era verso d’inseguire con gli stivaloni un cavallo adombrato, a me non rimaneva se non il partito di pigliarmi La Fleur o dietro la sedia o dentro.

— Starà meglio dentro — diss’io; e in mezz’ora fummo alla posta di Nanipont.

XXVI

NAMPONT

L’ASINO MORTO

— E questa — diceva egli riponendo i frusti d’una crosta di pane nella sua bisaccia; — e questa saria la tua parte, se tu vivessi a mangiartela meco. — Dall’espressione mi parve che egli parlasse all’ombra del suo figliuolo: parlava al suo asino, e appunto all’asino morto su per la sirada, e che die’ la mala