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82 vii - viaggio sentimentale di yorick


— No, ch’io mi sappia; — e risposi come chi non se ne cura.

— Dunque certes — mi replicò — voi sarete albergato nella Bastille o nel Chàlelet, au moins.

— Baie! — io gli dissi — il re di Francia è una creatura d’ottimo cuore, e non vorrà far male ad anima nata.

Cela n’empêche pas — mi diss’egli: — non v’è da dire; domattina sarete messo nella Bastille.

— Ma io qui pago la pigione per tutt’un mese — gli rispos’io; — e non v’è re di Francia nell’universo che mi faccia lasciare innanzi tempo il mio alloggio. —

La Fleur mi bisbigliò all’orecchio che nessuno poteva dirla col re di Francia.

Pardi! — disse l’oste — ces messieurs anglais sont des gens très-extraordinaires!

Ciò detto e giurato, andò via.

XL

IL PASSAPORTO

L’HÔTEL IN PARIGI

Ma non mi dava il cuore di martoriare l’anima di La Fleur; e però, anziché mostrarmi affannato del mio pericolo, me lo pigliai con disinvoltura: e, per fargli vedere che non mi dava gran che da pensare, tagliai il discorso, e, mentr’ei servivami a cena, io piú piacevolmente del solito chiacchierava e di Parigi e dell ’ Opéra comique. La Fleur v’era stato egli pure, e m’aveva tenuto dietro sino alla bottega del libraio: ma, vedendomi uscire con la giovine fille-de-chambre, e andarcene di compagnia lungo il quai de Conti, gli parve che non importasse di scortarmi un passo piú in là; e, ruminando certe sue riflessioni, prese la scorciatoia, e giunse all’hôtel in tempo da risapere, innanzi ch’io v’arrivassi, la faccenda della police.

Appena quella onesta creatura ebbe sparecchiato e discese a cenare, io mi posi a consigliarmi da senno intorno a’ miei casi.