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96 vii - viaggio sentimentale di yorick


schiettissimamente i discorsi col libraio, che mi diedero animo a ricorrere a monsieur le comte, anziché ad altr’uomo in Francia, per esporgli certo affaruccio che m’inquetava.

— E che è mai? disse il conte — me lo faccia sapere. —

Gli narrai dunque né piú né meno tutto quello che il lettore già sa. — E il mio albergatore — continuai — s’ostina, monsieur le comte, ch’io sarò alloggiato nella Bastille. Non già ch’io ne tema; perché, nell’abbandonarmi nelle braccia del meglio educato tra i popoli, io ero conscio della mia lealtà, e ch’io non veniva a spiare la nudità della terra1; e non m’è quasi venuto in mente ch’io mi trovava senza difesa; né si condice al valore francese, monsieur le comte, d’esercitarsi contro gl’invalidi. —

A queste parole le guance del conte s’animavano di rossore. — Ne craignez rien, la non tema, — m’andava egli dicendo.

— No certamente — risposi; e poi, soggiunsi scherzando: — Son corso da Londra a Parigi ridendo sempre; né stimo monsieur le duc de Choiseul per sí nemico dell’ilarità, ch’ei voglia ch’io per mio premio rifaccia la strada piangendo. Anzi, affinché non gliene venga la voglia, ricorro a lei, monsieur le comte; — e me gl’inchinai ossequiosamente.

Se il conte non m’ascoltava con quella amorevolezza, e soltanto m’interrompeva: — C’est bien dit, c’est bien dit, — io senz’altro rimanevami a mezzo. Parvemi che la perorazione bastasse; e mi proposi di non ne dir altro.

Il conte avviava il discorso: si chiacchierò del piú e del meno: di libri, di politica, d’uomini: finalmente di donne. — Dio le benedica! — diss’io, poiché se n’ebbe alquanto parlato — Dio le benedica tutte quante! la madre Eva non ha per certo verun nipote che mi pareggi in amarle: per quanti peccatucci io vada in esse scorgendo, per quante satire io ne legga, tanto e tanto io le amo; anzi ho per fermo che l’uomo, il quale non abbia

  1. Locuzione frequente dove i libri sacri parlano dell’imminente pericolo d’una città guerreggiata: «Vae, civitas!... Osendam gentibus nuditatem tuamNahum, cap. ii. E Yorick nelle contingenze di quella guerra poteva essere tenuto per esploratore [F.].