Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/149

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Vester onyx, casto petitis quae jura cubili.
     Sed quae se impuro dedit adulterio, 84
Illius ah! mala dona levis bibat irrita pulvis;
     Namque ego ab indignis praemia nulla peto. 86
Sic magis, o nuptae, semper concordia vestras
     Semper amor sedes incolat assiduus. 88

varianti.

Verso 83. Aldine e molte altre colitis, Stazio casto quatitis da’ mss. che leggeano quaeritis, ed i nostri Y, B, C, queritis, d’onde il Vossio casto quaeris quae. La principe, le antiche, ed i recenti editori con noi. — Verso 84. L’ediz. 1487, 1488 dedat, Santeno foedat. — Verso 85. L’ediz. 1488, Guarino, Stazio, la Aldina 1515 Illius aura levis bibat et dona irrita pulvis. La principe e l’Aldina i. con noi, ma illius mala. I 4 mss. Ambrosiani illius à mala. Gli altri dal Mureto sino al Doering con la principe ma taluno ah mala, tal’altro ô mala. Il Valck. crede all’Aldina ii. — Verso 86. Mss. Ambrosiani Y, C, ab indigetis, B, ab indigenis, A, indignatis, lezione seguita dal Vossio, ma dal Vossio solo.— Verso 87. Principe, Aldine, Vossio, e talun altro Sed per Sic. — Verso 88. Vossio, Valcken. incolet.

note. Versi 83 — 88.

Adulterio. La chioma per avere il sacrificio di tutte quante le nuove spose ricusa quello delle adultere. Or se anche le vergini avessero perduto il lor fiore, che tanto alcuna volta suona adulterium ( Oraz. lib. iii. Od. xiv vers. 4, ed Ovid. in Ibin. vers. 336), o meditassero furti amorosi, dovean esse confessarlo non sa criticando unguenti alla costellazione della regina? È inutile il ripetere qui la infamia e le pene delle adultere e delle vergini viziate presso gli antichi. Licurgo solo non puniva l’adulterio. Ma Callimaco sapea che tutte non erano