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Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/70

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i poeti primitivi, teologi e storici delle loro nazioni, vissero, siccome Omero e i profeti d’Israele, in età ferocemente magnanime; e Shakespeare, che insegna anche oggi al volgo inglese gli annali patri, viveva fra le discordie civili, indotto d’ogni scienza; e l’Alighieri cantò i tumulti d’Italia sul tramontare della barbarie, valoroso guerriero, devoto cittadino ed esule venerando. Argomento della originalità delle loro nazioni, dalla quale erano educati quegl’ingegni supremi, si è che, essendo tutti eguali nelle forze e nella tempra, sono però così diversi ed incomparabili, che non si può trovare orma di somiglianza fra di loro, né d’imitazione dagli altri. Onde tanto questa originalità prevalse in Dante, che, intendendo egli di togliersi per esemplare l’Eneide, appena si trova ombra della scuola virgiliana nella maniera di vestire i concetti. Per questi esami confermasi la sentenza, che i poeti traggono qualità da’ tempi; e viene quindi abrogato il loro esilio decretato da Platone. Perocché, se erano corruttori i poeti, doveano essere prima corruttori i governi; o il governo platonico era, per istituzioni e per natura degli uomini, meno imperfetto, ed i poeti avrebbero preso qualità dalla generosità e dalla