Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/84

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78 note. Versi 9—10.


del marito. Ond’è singolare il voto della regina, e pieno di amore.

Parte di questo e dell’antecedente distico serbasi originale nello scoliaste di Arato.

     Ἡ δὲ Κόνων μ´ ἔβλεψεν ἐν ἠέρι, τὸν Βερενίκης
          Βόστρυχον, ὅν κείνη πᾶσιν ἔθηκε θεοῖς.
E Conone me vide nell’etere, me di Berenice
     Chioma ch’ella a tutti sacrò i Numi.

Taluni credono che Catullo di questi due versi, parafrasando, n’abbia fatto quattro. Ma chi proverà che nel greco non vi succedesse il Laevia protendens brachia, lode fine non solo delle belle braccia di Berenice, ma pittura di una mossa calda di passione? Aggiungi ch’era rito de’ supplicanti. Coelo supinas si tuleris manus nascente luna; Oraz. od. 23 lib. iii. — Brachia tendens; Tibullo lib. iii. 4 vers. 64 ed altrove. — Tendens ad sidera palmas; Virgilio eneid. i: altrove, dextramque precantem protendens. — Quando i lottatori alzavano le mani si davano per supplichevoli e vinti; Teocrito, inno in Castore e Polluce vers. 129, ed Ovidio più chiaramente

Confessasque manus obliquaque brachia tendens
Vincis, ait, Perseu.

Onde era vietato a’ giovinetti spartani di alzare le mani ne’ ludi gimnici quando anche fossero caduti vinti. (Plut. in Licurg. Senec. de benefic. lib. v cap. 5). Al costume de’ vinti supplichevoli mirò il Petrarca in que’ versi trascurati da’ chiosatori,

     Or, lasso, alzo la mano; e l’armi rendo
     All’empia e violenta mia fortuna.

Frattanto il Valckenario non reputa genuino distico catulliano questo. Per tre ragioni: 1. perchè il multis Dearum