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INNO PRIMO


VENERE1


     Cantando, o Grazie, degli eterei pregi
Di che il cielo v’adorna, e della gioja
Che, vereconde, voi date alla terra,2
Belle vergini! a voi chieggio l’arcana
5Armonïosa melodia pittrice
Della vostra beltà, si che all’Italia
Afflitta di regali ire straniere
Voli improvviso, a rallegrarla, il carme.3
     Nella convalle fra gli aerei poggi
10Di Bellosguardo4, ov’io, cinta d’un fonte
Limpido, fra le queto ombre di mille
Giovinetti cipressi, alle tre Dive
L’ara innalzo (e un fatidico laureto,
In cui men verde serpeggia la vite,
15La protegge di tempio), al vago rito

  1. * Venere simboleggia la bellezza dell’Universo. (F.).
  2. 1-3. Le Grazie, Deità intermedie fra il cielo e la terra, secondo il sistema poelico dell’Autore, ricevono dai Numi tutti i doni ch’esse dispensant agli uomini. Tutta la macchina del Carme è stabilila su questa immaginazione: pero il primo Inno è intitolato Venere, il secondo Vesta, il terzo Pallade. — Seconde il suo sistema storico, le Deità sono anco più benefiche sì a Grecia e all’Italia. - Finalmente, secondo le sue idee metafisiche, la grazia deriva da una dilicata armonia che spira dalla beltà corporale, dalla bontà del cuore e daila vlvacità dell’ingegno, congiunte in sommo grado in una sola persona, e che ingentilisce e consola la vita, educando gli uomini alla idea divina del Bello, al piacero della Virtù ed allo studio delle Arti, che colla imitazione possono perpetuare e moltiplicare gli effetti delle grazie positive e naturali nei pochì che sono così formati di mano dolia Natura. (F.)
  3. 4-8. L’armonia arcana della versificazione è un’attitudine indefinibile dell’animo, e natìa come le grazie. — La melodia conviene alla poesia graziosa. — La facoltà pittrice è dote essenziale del Poeta, che nelle combinazioni e ne’ suoni delle parole rappresenta imagini: queste destano affetti, e tanto più efficaci, quanto più nuovi ed improvvisi. Cosi il Poeta ora rappresenta imagini nuove, per destare affetti lieti alla sua Patria contristata dalle vicende politiche. Tale dev’essero lo scopo della Poesia; e Virgilio adornò nelle Georgiche le Arti dell’Agricultura per distorre col linguaggio de’ Numi i Romani dal furore delle guerre civili. (F.)
  4. 10. Bellosguardo è poggio vicino a Firenze sulla riva sinistra dell’Arno, dove scriveva l’Autore. (F.)