Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/28

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Tieste. O madre, madre...

Ippodamia. Oh!... Tïeste!... se’ tu?
Tieste. Che fa? dì? vive
Erope?
Ippodamia. Erope? lassa!
Tieste. Basta: intesi.
Erope è morta.
Ippodamia. No!...
Tieste. Vive?
Ippodamia. Sì, vive;
E...
Tieste. Oh gioia! oh mio timor falso! – Nol credo:
Troppa hai di me pietà... spiegami il vero,
Madre, ten prego... Non temer...
Ippodamia. Tel dissi:
Erope vive.
Tieste. ... Ma morrà... deh! prima...
Ippodamia. Vaneggi, figlio, tu?
Tieste. Mal tu mel celi:
Il so purtroppo, il so. Feroce Atreo
Dannolla a morte.
Ippodamia. Chi tel disse?
Tieste. Argivo
Uom mel disse a Micene.
Ippodamia. E falsa nuova
Egli ti disse; non è ver: chè Atreo
Ciò nemmen sel pensò.
Tieste. Pure giurommi. –
Ma non perciò del mio venir mi pento.
Ippodamia. E qual folle pensier pasci... Tïeste?...
Come osasti venir?
Tieste. Erope mia
A liberare, od a morir. Or volge
Omai il quint’anno, che esule m’ag