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Sugli amori suoi con Archiloco di Paro e Ipponace d’Efeso (poeti satirici, il primo anteriore, l’altro posteriore a lei), più liberamente fantasticati dal drammatico Difilo di Sinope, citato per Ateneo (XIII), non accade fermarsi.

IX. — Del quanto Saffo vivesse e del quando per appunto uscisse di vita non abbiamo certezza: ma che morisse in patria, dopo il 568, non volerne dubitare. Tullio Laurea c’informa dell'eolia, cioè lesbia, tomba di Saffo; cui pur Antipatro Sidonio dice sepolta nella terra eolia (Antologia Palatina, VII, 14, 17). Visse certamente dall’Olimp. XLII, a.1, all’Olimp. LIV, dal 612 al 570 innanzi Cristo. Or un motto delle opere sue. Correvano per le mani degli antichi, per detto di Suida ed Eudocia, nove libri di liriche saffiche; forse pubblicate, secondo che pensa il Neue, divisamente dalla poetessa, ma raccolte in un corpo dai Grammatici. Gli antichi citano gli Epitalamii, famosi e celebrati da Dionigi d’Alicarnasso (Art. Rett.), da Imerio (Oraz., I, 4), da Dioscoride (Antol. Palat., VII, 407) e da un poeta incerto (Ivi, IX, 189); e imitati, come dimostrano Isacco Voss e il Müller, da Catullo; gl’Inni κλητικὺος (Menandro, Del-